Salve a tutti.
Leggendo i vari post in questa sezione mi è venuta una grande voglia di raccontarvi la mia, o meglio, l'esperienza del mio ragazzo, della sua famiglia e di conseguenza anche mia con due pappagallini. Di errori ne abbiamo fatti tanti, anzi tantissimi, e spero che questa storia possa servire un po' agli altri, esattamente come è servita a noi.
Cominciamo dall'inizio.
Verso giugno il mio ragazzo mi dice che ha intenzione di prendersi un pappagallo (una calopsite, per la precisione) possibilmente allevato a mano. Non era la prima volta che possedeva un animale del genere: solo un anno prima era morta Kokò, un'altra calopsite.
Così, cominciamo ad informarci presso vari rivenditori e veniamo a sapere che un privato ha da poco avuto una nidiata di 4 pulli. Contattiamo il tizio che dice di voler qualcosa come 120-130 euro per un esemplare allevato a mano, di cui almeno 90 come acconto.
Una settimana dopo, il mio ragazzo va a visitare questo signore e, non so bene come sia andata dato che non ero presente, sta di fatto che se ne torna a casa con non uno ma due pulli!
Non rientrava affatto nei nostri piani né prendere più di un piccoletto, né tantomeno di allevarli a mano! Da quello che mi hanno detto, la moglie del tipo è stata particolamente convincente e ha fatto passare l'allevamento come una cosa da nulla.
Se ripenso oggi a come erano tenuti in quella casa mi salgono i brividi: al freddo, tirati su con pappa preparata con acqua di fonte non bollita, in una cassetta sporca di escrementi e imboccati poco gentilmente (o almeno è quello che mi ha raccontato lui).
Questo era dunque lo stato dei due poverini al loro arrivo in casa nostra:
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Mi vergogno un sacco ad ammettere che nella prima settimana le nostre cure, per quanto corredate di tanto affetto, non fossero poi migliori di quelle offerte dalla precedente dimora. Ci fidavamo di quello che ci avevano detto e agivamo di conseguenza. Risultato: Funky (quello chiaro) non mangiava quasi mai, mentre a Klark non svuotava mai completamente il gozzo e sembrava avere sempre fame.
Poco dopo Funky ha cominciato a peggiorare.
Un giorno pigolava pianissimo, aveva la testina fredda e gli occhi poco vispi. Naturalmente siamo corsi dal veterinario, che però non era per esotici. Dopo un giro di telefonate assurdo (ma DAVVERO assurdo), visto che era sera tardi, la madre del mio ragazzo si decide a portarli da una sua amica che possiede tantissimi pappagalli.
Non sappiamo come ma Funky passa la notte.
Il giorno seguente, dopo un'attesa di quasi due ore, riesco a far visitare i due piccini dall'unico veterinario esotico dei dintorni (quello dal quale adesso porto anche Attila) e mi becco tutta la lavata di capo.
I piccoli sono tenuti malissimo: dovrebbero essere pesati tutti i giorni, il cibo dovrebbe essere il 7% del loro peso e un'infinità di altre cose che mi appunto frenetica su altrettanti foglietti.
Funky ora sta leggermente meglio, mentre Klark deve subire il risciacquo del gozzo che è pieno di robaccia nera. Entrambi sono sottosviluppati e devono prendere ben 4 antibiotici diversi.
Il dottore decide tuttavia di lasciarci gli animaletti perché vede la nostra buona volontà e mi chiede di riportarglieli la settimana seguente.
E così facciamo (anzi, fa, il mio ragazzo).
Ogni giorno: pesaggio, pappa, antibiotici e bottiglie calde. Sì, la camera calda è l'unica cosa per la quale ci siamo arrangiati alle meno peggio: bottiglie d'acqua calda cambiate ogni poche ore, avvolte in carta o asciugamani (chissà quanti ne abbiamo buttati via).
E poi carta igienica: quintali di carta igienica, oltre a cotton fiock e scottex per pulire i pulletti che puntualmente si sporcavano il becco quando li imboccavamo.
Amuchina, per disinfettare tutto ogni volta.
E siringhe, tante pure quelle.
I due intanto avevano ripreso vitalità: strillavano come ossessi e guai a dare la pappa prima a uno rispetto che all'altro! Fortuna che eravamo in due ad accudirli.
Klark aveva già iniziato a volicchiare quando Funky ebbe una crisi ipoglicemica. E' stato il mio ragazzo ad accorgersene, fortunatamente in tempo. Di nuovo veterinario, in osservazione per due giorni e sospensione degli antibiotici.
Nonostante tutto, il dottore li ha trovati migliorati e ci ha suggerito di iniziare a mettere un po' di verdura/frutta tagliata fine nella gabbia per farli cominciare a mangiare autonomamente. Vi risparmio questa parte, perché naturalmente nemmeno in questo caso è stato semplice. Klark (quello scuro) si è sempre rivelato più sveglio e "grande" dell'altro. Ha smesso di "strillare" molto prima, volicchiava, mangiava di più e in genere era più autonomo.
Qui purtroppo io e il mio ragazzo ci siamo dovuti assentare per qualche giorno, lasciando a malincuore i piccini nelle mani di sua madre (che era diventata anche più brava di noi a maneggiarli). Quando siamo tornati siamo rimasti scioccati da quello che abbiamo trovato:
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Sono passati dei mesi e i due piccini stanno ancora bene. Non abbiamo abbassato la guardia perché ho letto che i pappagalli sono specializzati nel non mostrare le loro malattie se non quando ormai è tardi. Li pesiamo e li controlliamo abitualmente.
Se tornassi indietro non so davvero cosa farei. Penso di aver avuto molta, ma molta fortuna forse anche grazie alla nostra grande ingenuità (se avessi saputo quanto vicini eravamo dalla tragedia sarei andata nel panico, invece sono riucita a mantenere i nervi abbastanza saldi). Quello che ci chiediamo ancora oggi è se dovremmo o meno denunciare i tizi che ce li hanno venduti. Anche perché i pulli dovevano essere quattro mentre il mio ragazzo mi ha riferito di averne trovati solo due (Klark e Funky). Che avesse già venduto gli altri? O che abbiano invece fatto una triste fine?
Spero davvero di non avervi annoiato troppo e di essere stata utile a qualcuno