È proprio come dice Thayenda
Paradossalmente ora come ora i controlli sui farmaci veterinari superano quelli sui farmaci umani: per i farmaci umani che richiedono ricetta e che si prendono a pagamento (non quelli mutabili) è prevista - salvo medicinali particolari - la ricetta bianca ripetibile, che il farmacista controlla, timbra e riconsegna al cliente. Di questa ricetta non rimane alcuna traccia sui computer, non ci sono codici da inserire e nulla da registrare. Se si controllano sul programma della farmacia le vendite (numero di confezioni, giorno e ora restano registrati) si può vedere se un farmaco è stato venduto, ma nessuno può capire se il cliente aveva la ricetta o meno.
Il farmaco veterinario ora invece richiede sempre una ricetta "elettronica", di cui vengono segnati i codici che vengono poi abbinati ai dati di una determinata confezione di farmaco. Ad ogni farmaco veterinario venduto DEVE corrispondere una ricetta, e in questo periodo tra l'altro i Nas stanno setacciando la nostra zona a tutto spiano piazzando multe da paura. Nessuno si sogna di dare un farmaco veterinario senza la dovuta ricetta, almeno per ora.
Questo meccanismo di controllo esagerato (anche perché spesso ci sono inghippi da un punto di vista informatico e diventa letteralmente impossibile rispettare gli obblighi di legge) penso susciterà via via delle proteste anche dagli addetti ai lavori (veterinari e farmacisti) e io credo che qualcosa verrà prima o poi cambiato...
(Una precisazione: per la legge sulla privacy non vengono mai memorizzati i dati del cliente, quindi non si può mai risalire alla persona che ha acquistato un farmaco, umano o veterinario che sia)