Aquilotta ha scritto:secondo voi è possibile che il regista subisca delle condanne penali?
Nella maniera più assoluta, NO. Lasciamo da parte il cuore per un minuto e ragioniamo. Se l'atto non costituisce reato laddove è stato commesso, nessuno può essere imputato. Tutt'al più si può censurare una scena (evento raro), per esempio càpita quando qualcosa viene considerato pornografia in un Paese ma non in un altro.
In ogni caso, al di là del cattivissimo gusto di una scena del genere, non vedo proprio perché il regista dovrebbe subire delle condanne. Possiamo rifiutare di vedere il film, fargli brutta pubblicità, ma allora dovremmo aprire cause legali contro mille cose, per esempio:
-svariati films degli anni che furono (per esempio, c'è lo sgozzamento di un bovino in "Sciopero" di Ejzenstein, 1924, scena cruda ma straordinaria perché al contempo i militari ammazzano la gente che sciopera con uguale violenza, la scena ha un senso)
-altri films moderni ("Fast food nation", per esempio, che si chiude con una scena in cui fanno vedere la macellazione, da viva ad hamburger, di una vacca, come atto di protesta per far capire che cosa mangiamo nei fast food. Anche lì la scena è vera e non nascondono nulla)
-tonnellate di documentari che mostrano queste cose o altro, a prescindere dalle finalità
Peraltro, ad un livello di analisi un po' più sofisticato, perché diamine considerare quell'azione "illegale" quando succede tutto ciò ogni giorno e milioni di persone in questo Paese mangiano la carne degli animali barbaramente uccisi ogni giorno? Se è legale allevare animali, se è legale ucciderli, quello che pensiamo noi di una scena del genere non può avere la benché minima ripercussione legale.
Tutto ciò, preciso, detto da un grande vegetariano cui ripugna terribilmente lo sfruttamento animale, ma le reazioni che ho letto in questo filone, con rispetto parlando, mi paiono più esplosioni di emotività che qualcosa di serio e condivisibile.
Saluti,
Théoden
Multa non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus sunt difficilia (Seneca).