ebson ha scritto:Io, anche se sono una vecchia zia, non sono romantica, e i riti della morte non mi appassionano. Penso che siano stati creati per consolare in qualche modo chi rimane, e credo che ci riescano, dato che esistono in tutto il mondo.
Ma io non potrei sopportare di avere in casa un vaso che contiene il corpicino del mio criceto, da cui nasce una piantina.
Non riuscirei a commuovermi per la nuova vita che nasce, ma continuerei ad immaginare quello che sta succedendo al corpicino.
Non la penso così solo per quanta riguarda i criceti o qualunque altro nostro animale, ma anche per noi umani. Infatti, io e tutta la mia famiglia abbiamo scelto la cremazione, che è una specie di purificazione e non lascia tracce disgustose.
Scusate se certe mie opinioni sono irritanti....come ho detto, non sono romantica
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Sono cose davvero molto personali e private che variano notevolmente da persona a persona.
Ma io la penso in modo molto simile, non riuscirei mai ad avere in casa un vaso che contiene il corpicino del mio criceto, ne un vaso con una pianta, ne un'urna con le sue ceneri.
La morte è la fine di una vita. Dopo non c'è più, rimangono dei resti che subito con la cremazione o dopo un certo periodo di tempo si riducono a dei minerali. Minerali esattamente uguali a tutti gli altri che sono sulla terra. Il fatto che sono stati in un corpicino vivente, non cambia nulla, sono esattamente uguali agli altri e chissà in quanti esseri viventi sono già stati, da quando la vita è comparsa sul pianeta terra.
I riti, gli oggetti sono per chi resta e nel dolore ha bisogno di rappresentarsi un attaccamento a qualcosa. In certi momenti aiuta, ma poi c'è il percorso di elaborazione del lutto e le cose cambiano. I significati che vengono dati agli oggetti assumono aspetti diversi, si affievoliscono. Spesso arrivano a perdere significato e allora quel simbolo che fine fa?
Mentre i nostri ricordi, le nostre sensazioni, le nostre emozioni, anche se nel percorso di elaborazione del lutto cambiano e si evolvono, restano. E faranno per sempre parte di noi.
I ricordi, le sensazioni e le emozioni, non si potranno toccare come un oggetto materiale, ma sono una realtà imponente. Forse ancora più imponente di un qualsiasi oggetto materiale e forse è proprio per questo che nei momenti di dolore spesso c'è il bisogno di attaccarsi a qualcosa di materiale, qualcosa di esterno più facile da gestire. Più rassicurante e meno doloroso.